Nient’altro che la verità: il caso di Serena Mollicone

Sono passati quasi due decenni e mezzo ma il nome dell’assassino di Serena Mollicone non si è mai scoperto. Ora però ci sono delle novità significative.

Serena Mollicone e la sua drammatica vicenda ancora oscura a quasi 25 anni di distanza: se ne parla su Rai 2 nel documentario per la tv “Nient’altro che la verità. Il caso di Serena Mollicone”. Il suo autore è Nicola Vicinanza e la regia è affidata a Giampaolo Marconato, in una collaborazione tra Indigo Stories e Rai Documentari. Si parla dell’omicidio della ragazza, avvenuto il 1° giugno del 2001 ad Arce o comunque nei dintorni di questa località situata nella provincia di Frosinone.

Sostenitori della famiglia Mollicone che manifestano
Nient’altro che la verità: il caso di Serena Mollicone – linux-magazine.it Foto Ansa

La Mollicone aveva 18 anni e qualche mese ai tempi e frequentava il quinto ed ultimo anno del liceo psicopedagogico “Vincenzo Gioberti” di Sora. Quel 1° giugno Serena sparì dai radar dopo avere svolto una visita odontoiatrica all’ospedale di Isola Liri, a 16 km di distanza da casa sua. E subito dopo di lei non si è saputo più nulla per le successive 48 ore, fino al ritrovamento del suo cadavere tra i boschi di Fontecupa di Monte San Giovanni Campano, ad Arce.

Come è finito il caso di Serena Mollicone?

Tante cose non sono mai state scoperte, a cominciare da chi ha ucciso Serena Mollicone. Ma di sospetti, anche forti, così come di comportamenti strani e conseguenze anche gravi, ce ne sono stati, in relazione a questo caso. Il documentario in questione non si concentrerà esclusivamente su questo delitto che vide la povera Serena morire così giovane, lasciando ulteriormente a pezzi la famiglia Mollicone.

Consuelo Mollicone
Come è finito il caso di Serena Mollicone? – linux-magazine.it Foto Ansa

La madre della ragazza morì infatti nel 1988. Mentre il papà di Serena, Guglielmo Mollicone, è scomparso il 31 maggio del 2020, dopo un lungo ricovero in ospedale che andava avanti sin dal novembre del 2019. L’uomo aveva 72 anni e nell’ultimo ventennio della sua vita ha sempre fatto di tutto per fare emergere la verità sul triste destino di sua figlia. Resta in vita soltanto la sua primogenita Consuelo, oggi 53enne, insegnante di scuola elementare come suo padre.

Nel documentario si parlerà anche del ruolo giocato dalla stampa, fin troppo incline ai tempi a generare dubbi e sospetti anziché focalizzarsi sul raccontare con distaccata oggettività i fatti, come dovrebbe sempre essere. La percezione del pubblico è risultata fortemente influenzata. Così come sarebbe poi accaduto in successivi altri casi di cronaca nera, come ad esempio il delitto di Cogne, la strage di Erba o l’assassinio di Roberta Ragusa.

Tutto riaperto, sentenza da riscrivere a breve

La vicenda della morte violenta di Serena Mollicone, che venne ritrovata con un sacchetto di plastica avvolto sulla testa, vide anche il suicidio di un carabiniere della caserma di Arce, Santino Tuzi. Il quale confermò di avere visto la ragazza in caserma la notte della scomparsa. Salvo poi ritrattare e di nuovo riconfermare la sua versione, per poi uccidersi qualche anno dopo.

E c’è di più: sul suo corpo furono rinvenute delle micro tracce di legno, rimaste attaccate in particolare sul nastro adesivo che le avvolgeva polsi e caviglie. E si è scoperto che quel legno apparteneva ad una porta di una stanza proprio della caserma dei carabinieri, allora comandati da Franco Mottola. Tutto questo è una conferma del fatto che Serena venne uccisa proprio in quel luogo, dopo essere stata brutalmente aggredita. L’11 marzo 2025 la Corte di Cassazione ha ordinato l’istituzione di un nuovo processo di appello, dopo l’assoluzione dei principali imputati.

Ovvero Franco Mottola e di suo figlio Marco (il quale pare si sospettava facesse parte di un giro di droga, n.d.r.) nell’estate del 2024. Con loro venne assolta anche la moglie di Franco, Anna, indagata per favoreggiamento e prosciolta da ogni accusa. Anche altri due carabinieri in servizio ad Arce ai tempi e pure indagati a loro volta non hanno mai avuto alcuna conseguenza penale. La data di appello è fissata per il 24 ottobre 2025. E c’è un altro caso di cronaca che è avvenuto qualche sera fa e che ha gettato l’Italia nella paura.

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