Acquisire le tracce audio, modificarle e miscelarle per produrre un CD-Audio. Difficile? No, con Ardour puoi farlo anche tu!
Musicisti professionisti, appassionati di musica o semplici curiosi non ha importanza, seguiteci e vi mostreremo come trasformare il PC in una completa e professionale daW (digital audio Workstation) al fine di realizzare un efficiente studio di registrazione e produzione musicale con l’ausilio del solo computer e di software rigorosamente Open Source.
Concetti di base
In un sistema di registrazione hardware (visto nel suo insieme) gli elementi costituenti possono essere svariati ma, fondamentalmente, riconducibili a due; il mixer e il registratore. Queste due componenti, oggi, in un sistema “home recording”, possono essere sostituite, come vedremo, da opportune soluzioni software previo utilizzo del PC. Parlando del mixer, il requisito essenziale è che il numero dei canali audio gestibili deve essere almeno pari a quello delle sorgenti audio per le quali si prevede la necessità di registrarle contemporaneamente e che, al tempo stesso, si occupi di tutte le operazioni normalmente svolte dall’analogo componente hardware ovvero, per citarne alcune, registrazione e/o riproduzione (anche in contemporanea) di diverse tracce, possibilità di inserimenti di vari filtri nella catena audio (dai “semplici” filtri passa-basso, passa-alto etc, a veri e propri effetti come delay e riverberi), capacità di regolazione dei livelli (panoramizzazione e volume in primis) e altro ancora. La parte relativa al registratore, invece, dovrà essere intesa, in questo caso, come un sistema di tipo Hdr (Hard disk recorder) visto per funzionare come soluzione alternativa (e sostitutiva) a registratori hardware dedicati (ad esempio i multitraccia a nastro). Naturalmente le modalità di registrazione saranno differenti pur rimanendo valida la “vecchia” terminologia che ben illustra i concetti a patto di applicarla ad un sistema digitale; invece di un nastro abbiamo i piatti di un hard disk oppure le celle di memoria di un sistema di storage a stato solido. Nel seguito ci occuperemo del lato software (e di alcune componenti hardware) per la precisione si tratta del registratore multitraccia/ multicanale Ardour.
Distribuzioni “specializzate”
Quelle appositamente sviluppate per fare musica con il PC Come indicato nell’articolo, è possibile utilizzare distribuzioni create ad hoc per il settore multimediale (audio nello specifico) che negli ultimi mesi hanno raggiunto un buon grado di maturità offrendo, pertanto, il meglio delle applicazioni Open Source disponibili per le produzioni musicali. Citiamo, in ordine alfabetico, alcune delle distribuzioni più note: 64Studio (http://64studio. com), JackLab (www.jacklab.net), Musix GNU/Linux (www.musix.org.ar) e Ubuntu Studio (http://ubuntustudio.org).
Installare Ardour
Il procedimento è alquanto complicato a causa delle numerose dipendenze, quindi suggeriamo l’uso dei precompilati. Purtroppo, chi possiede PC dotati di CPU antecedenti all’Athlon XP non può usare ne i pacchetti precompilati, ne tanto meno le distribuzioni elencate nel box “distribuzioni specializzate”) perché Ardour non funzionerebbe. In questi casi è possibile utilizzare ardour 2.4. Prerequisito essenziale per la compilazione è assicurarsi che siano soddisfatte tutte le dipendenze elencate all’indirizzo http://ardour.org/building. A questo punto, dopo aver copiato il file ardour-2.4.tar.bz2 nella nostra home, decomprimiamolo con tar xjvf ardour-2.4.tar.bz2, entriamo nella nuova cartella con cd ardour-2.4 ed eseguiamo scons dist_tarGet=i386. Per la prova abbiamo utilizzato una slackware 12 con processore amd 1400 athlon thunderbird che non supporta il set di istruzioni SSE e pertanto, dopo aver scaricato lo slackbuild di Ardour dal sito www.slacky.eu, abbiamo modificato la riga corrispondente al comando appena indicato affinché venisse creato il pacchetto adatto. Per verificare se il vostro processore supporta il set di istruzioni in questione è sufficiente esaminare l’output del comando cat /proc/ cpuinfo | grep sse. Se non restituisce nulla allora il processore non supporta le SSE. Prima di terminare questa parte relativa all’installazione ricordiamo che, al momento di scrivere, il supporto al successore di ladsPa (www.ladspa.org), ovvero lv2-slv2, dovrà essere installato a parte per poter essere abilitato, altrimenti saranno attivi solo gli effetti ladsPa. Se questo pacchetto non verrà installato naturalmente Ardour verrà compilato senza il supporto lv2-slv2. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito del progetto http://lv2plug.in.
Il “materiale” utilizzato
Ora che sappiamo come sostituire il mixer e il registratore utilizzando un software opportuno, possiamo iniziare a concentrarci sul concetto di base ovvero la registrazione di tracce audio sul nostro hard disk. L’argomento è molto vasto e non pensiamo minimamente di implementare i più piccoli dettagli in poche pagine. L’idea è di fornire lo spunto per iniziare a fare i primi esperimenti riproponendoci di ritornare su utilizzi più approfonditi e/o specifici in altre occasioni nel provare altri software audio. Una doverosa nota prima di iniziare; abbiamo elencato come sostituire delle componenti hardware con le controparti software esiste, però, una componente hardware che non può essere sostituita da software alcuno ed è di fondamentale importanza per un corretto allestimento del nostro piccolo (o meno) studio di registrazione; questa componente è la scheda audio! Per poter permettere al computer di registrare le diverse sorgenti sonore sull’hard disk occorre un’interfaccia con il numero e il tipo di ingressi adatti a questo compito. In genere si ha a che fare con ingressi di tipo microfonico e segnali di linea (micine line-in rispettivamente) caratterizzati da connessioni jackda 3,5mm. In schede audio di fascia medio-alta le connessioni jack vengono abbandonate in favore delle connessioni Xlre RCA rispettivamente per ingressi microfonici e segnali di linea. In alcune schede audio sono presenti le connessioni combo series della neutrik (www.neutrik.com), che permettono di scegliere, in un unico connettore, tra la connessione Xlr e la jack. Per le prime prove nulla vieta di utilizzare una scheda audio tipo “general purpose” sfruttando l’ingresso (stereo) line-in e quello del microfono. In questi casi se vogliamo registrare più sorgenti saremo costretti ad utilizzare un mixer esterno. Il mixer esterno, in presenza di una scheda audio con numero di ingressi sufficienti, a meno di particolari e più specifiche esigenze, può essere omesso. Per registrazioni e/o prestazioni di un certo “livello” sono preferibili schede audio (semi)professionali poiché offrono caratteristiche di risposta in frequenza e dinamica decisamente superiori di quelle di una scheda “general purpose” per le quali, oltretutto, alcuni valori dei parametri di registrazione digitale (quali la frequenza di campionamento e la “profondità” di campionamento su tutti) potrebbero essere non supportati. Parametri, questi, indispensabili per ottenere delle ottime tracce dalle quali scaturirà il master finale. Una scheda audio di buona qualità per applicazioni semi-professionali potrebbe essere la m-audio delta 1010lt. Si tratta di un device audio esplicitamente supportato dal progetto alsa (www. alsa-project.org). A tal proposito è doverosa una nota importante sull’hardware supportato. Siccome si parla di “sistemi” di un certo costo, prima di acquistare alla “cieca” un qualunque dispositivo hardware (audio in questo contesto) è fondamentale verificarne la compatibilità e/o eventuali suggerimenti/configurazioni previe opportune ricerche in rete. Nel caso del Behringer BcF 2000 riportato nella scheda hardware potrete trovarne una configurazione nel manuale on-line del sito di Ardour, nel quale è riportato, come testato, ad un eventuale acquisto, il modello BCR 2000.
Finalmente il software!
Delineate le caratteristiche essenziali, non ci resta che spostare l’attenzione sul software. È stato già installato Ardour, ma da solo non può fare molto se non gli associamo delle sorgenti sonore (interne e/o esterne che siano) da registrare e trattare al fine di avere un master finale. L’obiettivo è mostrare un funzionamento minimale di Ardour; registrazione di una traccia (primo tutorial), applicazioni degli effetti (secondo tutorial) e i principali comandi di un mixer (schema radiale) rapportandolo all’analogo hardware. In questo frangente è stata utilizzata come sorgente sonora un programma già trattato ovvero il tracker cheesetracker (http://cheesetracker. sourceforge.net) e il server audio a bassa latenza Jack (http://jackaudio.org) con la relativa interfaccia grafica Qjackctl (http://qjackctl.sourceforge.net). Ad ogni modo per le prime prove qualunque software che supporti Jack va più che bene; la lista dei programmi è indicata nella sezione applications nel sito del server audio. Il primo passo, dopo aver avviato il server audio Jack, è avviare Ardour. Al lancio ci verrà mostrata la finestra attraverso la quale è possibile impostare le caratteristiche salienti del software . Nella prima prova si suggerisce di lasciare i riquadri Busses, inputs e outputs a quelli di default e di indicare il nome del progetto (ad esempio esperimento1) e dove creare (e salvare) la relativa cartella di lavoro (ad esempio sul desktop). Attraverso il menu template sarà possibile caricare degli schemi predefiniti (a corredo di Ardour) o personalizzati. Qualche osservazione prima di lasciarvi alle vostre prove. Durante la registrazione sarà possibile sentire tracce precedentemente registrate al fine di avere un riferimento audio per l’inserimento (ad esempio “live”) di altri strumenti così come è stato fatto per il passo quattro del primo tutorial nel quale dopo aver registrato la traccia del tracker è stata inserita la traccia di percussioni. In buona sostanza, armando la seconda traccia ma non la prima praticamente si riesce, in contemporanea, a registrare una traccia (o anche più di una) e riprodurre la song con le componenti che fino a quel momento abbiamo registrato. Una volta inserite tutte le tracce e effettuate tutte le necessarie operazioni di missaggio abbiamo, dal canale stereo generale di uscita del mixer (ovvero il canale Master) le due tracce stereo che, previa una successiva operazione di “lucidatura”, potranno essere registrate su CD. Questa operazione di “lucidatura” è nota come mastering e serve a migliorare l’effetto sonoro complessivo ottimizzando i livelli e agendo in maniera puntuale sull’energia alle varie frequenze al fine di eliminare difetti di equalizzazione.
Registrare due tracce
Facciamo un po’ di pratica utilizzando alcuni noti programmi
Aggiungere le tracce audio
Dopo la finestra di avvio verrà mostrata l’area di lavoro di Ardour. Iniziamo con l’aggiungere due tracce stereo. Dal menu Sessione clicchiamo sulla voce Aggiungi traccia/bus e selezioniamo due tracce stereo dal rispettivo menu a pulsanti di controllo. Al termine clicchiamo su Aggiungi.
Collegare il Tracker alla traccia
Avviamo il tracker e, dopo aver caricato in esso una song, “colleghiamolo” alla relativa traccia di Ardour attraverso la finestra Connections di Jack. Quello riportato è solo un esempio, i “collegamenti” varieranno a seconda delle proprie esigenze. A questo punto siamo pronti per registrare la prima traccia.
Registrazione della traccia
Diamo un nome alla traccia (Tracker nel nostro caso) per facilitarne il riconoscimento. A questo punto armiamo la traccia “Tracker” cliccando sul pulsante evidenziato; si illuminerà di rosso per segnalarci che la traccia è stata predisposta per la registrazione. Clicchiamo anche sul pulsante Record in alto.
Adesso tocca alle percussioni
Clicchiamo su Play in Ardour e anche nel tracker per iniziare la registrazione. Se disponiamo di microfoni è possibile utilizzarli, adottando le stesse modalità, per registrare una seconda traccia. Ovviamente occorrerà redirigere con Jack gli ingressi reali sulla traccia di Ardour dedicata alle percussioni.
Applicare gli effetti
Dopo aver registrato le tracce proviamo a inserire qualche effetto
Inserimento effetti
Ipotizzando di voler inserire degli effetti in Pre-Fader, clicchiamo con il tasto destro del mouse nella finestra nera sopra il fader corrispondente alla traccia alla quale vogliamo applicare l’effetto (Tracker in questo caso) e dal menu contestuale scegliamo la voce New Plugin.
Scegliamo uno
Dalla nuova finestra Plugins selezioniamo l’effetto che vogliamo e, dopo aver cliccato su Aggiungi, questo apparirà nel riquadro Plugins to be connected. A questo punto, per inserire l’effetto nella catena audio e, quindi, nel mixer, è sufficiente cliccare sul pulsante Insert Plugin(s).
Il risultato ottenuto
Per applicare l’effetto alla catena audio è sufficiente cliccare due volte sopra il nome (in questo esempio lo facciamo nella finestra di Pre-Fader) e disabilitare il pulsante di bypass affinché il segnale passi nel filtro che stiamo applicando (il pulsante non deve essere illuminato).
Il Mixer di Ardour
È una delle parti fondamentali di uno studio di registrazione. Quello presente in Ardour (menu Window, voce Show mixer) è concepito per funzionare come un vero e proprio mixer hardware. Analizziamone gli elementi essenziali.
Pulsanti di “servizio”
La parte in alto del mixer è caratterizzata dal nome della traccia (utile per sapere su quale strumento si va ad agire) e da due piccoli pulsanti; quello in alto a sinistra minimizza la larghezza della striscia di mixer associata alla traccia e quello in alto a destra la nasconde.
Pre&Post-Fader
Le “finestre nere” poste sopra e sotto il cursore (fader) ci permettono di applicare nuovi effetti, di disporre, alla stregua di un mixer reale, di una uscita prima del fader da inviare a eventuali DSP (Digital Signal Processing) software in analogia a DSP esterni hardware prelevandone quindi il segnale per poi immetterlo nuovamente dopo essere stato opportunamente processato. Così come è possibile utilizzare la stessa finestra per ingressi ausiliari; in sostanza si immette il segnale direttamente da questo punto. Stessa considerazione per la finestra Post-Fader.v
Il controllo Fader
Questo è il principale controllo di livello della traccia. Si badi bene che esso agisce in questa parte della catena e non su ampiezze del segnale ad esso antecedenti come ad esempio la catena analogica del segnale e questo è importante (anche) per evitare problemi di clipping (distorsioni) del segnale. Oltre allo slider, è presente il classico Vu-Meter luminoso con tanto di rivelatore di picco, una scala graduata, indicatori numerici e il tasto M alla base dello slider che permette di selezionare la modalità Automation. Rimandiamo al manuale per ulteriori delucidazioni.
La sezione connessioni
Sezione abbastanza esplicativa questa. Una nota va indicata per il pulsante Input per il quale scegliendo, dal menu contestuale, la voce Modifica si perviene ad una finestra (Editor delle connessioni) nella quale vengono indicate le connessioni disponibili e dalla quale è possibile impostare i canali di ingresso al mixer e/o disconnetterli a seconda delle esigenze.
Opzioni
Questa coppia di pulsanti permette di disabilitare il canale in esame (tasto Muto) o, di converso, ascoltare solo la traccia selezionata (tasto Solo). I pulsanti del gruppo più in basso consentono, invece, di associare la traccia ad un gruppo per facilitarne le operazioni in caso di editing complessi (tasto Grp) e la visualizzazione del livello nella catena Pre-Fader, Fader e Post-Fader (tasto Post).
Panoramizzazione
In una traccia stereo questi due pannelli controllano, attraverso la posizione di un indice verde, il canale sinistro e destro rispettivamente con il pannello superiore e inferiore. è possibile spostare il canale sinistro (o una sua aliquota) su quello destro e viceversa. Una gestione avanzata la si ha con il gruppo di pulsanti più in basso.
Uscita traccia
Questa coppia di pulsanti sono gli analoghi input e record. Il pulsante Output opera in modalità simile al pulsante Input. Il pulsante Comments permette di aggiungere dei commenti alla traccia come una sorta di post-it.